martedì 23 agosto 2016

Rialzo dei tassi USA: la FED dice sì oppure no?

Il mercato finanziario non si fida e quindi non si sbilancia. Sono sempre di più gli analisti che ritengono che il discorso in programma venerdì da parte della presidente FED, sarà sostanzialmente interlocutorio. Il discorso di Yellen potrebbe offrire indicazioni sulle prossime mosse della Fed, ma è più probabile che non sarà così. Le parole pronunciate da William Dudley, vicepresidente del Fomc, riguardo a un possibile rialzo dei tassi già a settembre, cominciano quindi a sembrare un azzardo bello e buono.

In questo quadro molto complicato, nessuno ha il coraggio di fare la prima mossa. Le Banche Centrali attendono e guardano i mercati. A loro volta i mercati guardano le banche centrali in cerca di ispirazioni. Ma quello che si nota è solo una sempre maggiore divergenza di opinioni. E i mercati vivono di incertezza, così come i trader. A proposito, fate molta prudenza nell'impiegare i vostri risparmi, specie se vi piace investire in opzioni binarie a 60 secondi, che sono le più rischiose. Magari staccate la spina per un po' che è meglio...

Il dollaro intanto cala, così come sono in calo i rendimenti dei titoli di Stato USA. Quelli a due anni, che sono molto sensibili alle faccende di politica monetaria, stamattina sono giunti allo 0,74%. Fatta eccezione per la corona norvegese, tutte le valute hanno dato una spallata al biglietto verde. Anche lo yen ha esteso i guadagni contro il dollaro, il cross USD/JPY ha ceduto infatti lo 0,30%. Potrebbe rimbalzare, ma solo perché la BoJ non permetterà allo yen di rafforzarsi ulteriormente, provvedendo a un nuovo allentamento monetario.

L'euro torna a salire nel rapporto con il biglietto verde, sfruttando la scia del sell-off di dollari che sta interessando tutte le principali valute. Questo malgrado i dati ancora interlocutori sui PMI. Ad ogni modo è probabile che l'euro viva una fase di consolidamento dell’area superiore a 1.13. Anche la sterlina torna a crescere nei confronti del biglietto verde, e si riporta verso quota 1.32 nel rapporto con il dollaro, sfruttando la generalizzata debolezza della moneta statunitense. Ma che fine ha fatto il disastro che doveva avvenire dopo il voto UK? Per adesso non è avvenuto. Anzi i dati macro più recenti sono stati migliori delle aspettative.

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