domenica 30 aprile 2017

Investimento online: meglio da soli o affidarsi a un fondo gestito?

Uno degli aspetti più importanti quando si fa un investimento online è quello psicologico. Il che si traduce nel sapere quando entrare in un mercato ma anche quando uscire. Cosa complicata perché implica sia aspetti di carattere psicologico (non è facile tenere a freno ne' l'avidità ne' la voglia di rivincita quando si perde) e anche il fattore tempo. Saper gestire l'attività di trading significa infatti saper aspettare anche molto tempo prima di entrare sul mercato.

Il capitale affidato a terzi per l'investimento

In riferimento a questo ultimo aspetto, possiamo dire che proprio per questo sono nati i fondi comuni di investimento. Si tratta di istituti di intermediazione finanziaria che investono capitali raccolti dai risparmiatori. Ovviamente con il fine di creare valore sia ai gestori del fondo, sia ai risparmiatori che vi hanno investito.

Una forma particolare di fondo è quella creata da uno dei broker più innovativi che si trovano in giro, ovvero eToro. La peculiarità degli eToro copy funds sta nel fatto che gli asset su cui si investe sono le attività di altri traders online. In pratica il valore viene generato da altri utenti della piattaforma. Abbiamo volutamente semplificato il discorso, giusto per mettere in risalto la sua peculiarità.

Il capitale gestito in proprio


Quando però non si affida ad altri il proprio capitale ma lo si deve gestire in proprio, la cosa è molto più complessa. Si prenda ad esempio il caso degli investimenti binari, che già di base presentano un coefficiente di rischio molto elevato (tanto che sono la forma di investimento più simile alle scommesse vere e proprie). Saper fare gestione capitale e rischio opzioni binarie non è cosa da tutti, proprio per via della maggiore incidenza di fattori sui quali è difficile fare delle previsioni (almeno per le opzioni a breve scadenza).

Volevamo giusto darvi un paio di spunti di riflessione sul tema, per farvi capire quanto può essere vario l'impegno emotivo (e di competenze) necessario per fare investimenti online. Si può passare infatti da una gestione affidata in tutto a terzi, ad una da fare in proprio e con grossi rischi (ma anche potenziali guadagni).

venerdì 28 aprile 2017

Wall Street, brillano i colossi dell'alta tecnologia: trimestrali da urlo

I colossi della tecnologia brillano a Wall Street, mantenendo le aspettative che c'erano a inizio 2017. Da Alphabet a Amazon, sono in tante le aziende che hanno messo a segno robuste performance durante il primo quarto dell'anno, confermando che questo settore mostra ancora grande vitalità.

I risultati a Wall street

La casa madre di Google, ovvero Alphabet, ha aperto la stagione delle trimestrali segnando un giro d'affari in ascesa del 22%. Ben oltre le aspettative. I profitti del colosso high-tech sono saliti del 28,5%, ed ogni azione ha prodotto utili per 7,73 dollari. Inutile dire che il titolo a Wall Street continua a ritoccare i massimi.

Benissimo anche Amazon, le cui azioni hanno registrato un incremento unitario di utile pari al 41%. Le entrate invece hanno registrato un incremento del 23%. La divisione di Web Services ha visto le entrate balzare di quasi il 43%, oltre le attese.

Il risultato di Microsoft


Non si può non citare anche Microsoft, che ha registrato profitti per 4,8 miliardi, in rialzo di circa il 30% e comunque oltre le aspettative. E dire che il giro d'affari non è neppure andato bene come era stato previsto inizialmente, dal momento che è stato di 22,1 miliardi a fronte di una previsione di 23,62 miliardi.

Proprio il giro di affari ha invece reso felice Azure, che compete con Amazon Web Services nelle piattaforme cloud per il business. Qui parliamo di un aumento di quasi il doppio, visto che è stato del 93%. Infine c'è Inter, leader dei microprocessori. I profitti sono andati in rialzo del 50% a 3 miliardi, e anche in questo caso il risultato è stato pure peggiore delle aspettative, visto che le entrate sperate sono cresciute solo del 7%.

mercoledì 26 aprile 2017

Tasse, oggi Trump potrebbe annunciare la riforma fiscale USA

E' il giorno in cui si rialza il sipario sugli USA e su Donald Trump. Il presidente americano oggi è atteso al varco per quel che riguarda la sua riforma fiscale, che è uno snodo cruciale del suo programma di Governo. Finora le mosse del tycoon non sono state sempre azzeccate, e una fetta del consenso è scemata. La riforma fiscale è l'occasione per riprendere slancio e credibilità. Del resto se negli ultimi giorni il dollaro è stato molto debole, non è solo per le vicissitudini in ambito internazionale. Anche le incertezze riguardo alle capacità di Trump hanno avuto il loro peso.

Il cambio tra euro e biglietto verde è tornato in orbita 1,10 (per chi ha voglia, osservi il grafico daily con l'ausilio del De Marker indicator trading). Tenuto conto che fino a un mese e mezzo fa c'era chi ipotizzava addirittura la parità, è chiaro che qualcosa sta zavorrando il dollaro.

Trump e le tasse

Il Presidente degli Stati Uniti ha dato mandato ai suoi collaboratori di definire un quadro ambizioso per il taglio delle tasse, a partire dalla riduzione dell'aliquota aziendale, che dovrebbe passare dall'attuale 35% al 15%. Se ci riuscisse sarebbe un grande colpo. L'obiettivo principale del Presidente USA è dare priorità agli sgravi fiscali, cosa che potrebbe creare qualche ostruzionismo in seno al Congresso. Quest'ultimo infatti è a maggioranza Repubblicana.

Ricordiamo che in campagna elettorale, Trump aveva detto di voler ridurre a zero il debito statunitense in otto anni. Ma questa riforma fiscale cozza con quell'obiettivo. Ma ormai i giochi sono fatti, e oggi Trump potrebbe stupire tutti annunciando le linee generali di un piano che si preannuncia epocale. E' presumibile che sui mercati oggi si torni ad essere più guardinghi.

Negli ultimi due giorni la coppia EUR/USD ha spinto fortemente al rialzo (per la gioia di chi sa quanto si guadagna con le opzioni binarie in certi momenti), ma oggi potrebbe frenare la corsa. Questo sia per le prese di profitto, sia perché in molti aspetteranno proprio la riforma di Trump, che potrebbe ulteriormente cambiare lo scenario.

lunedì 24 aprile 2017

Borse euforiche dopo le elezioni in Francia. Piazza Affari, il FTSE MIB +3,29%

L'effetto Francia soffia come un vento benefico sulle borse europee, che volano in apertura di settimana. Gli investitori fanno festa dopo aver appreso l'esito del primo turno delle elezioni presidenziali francesi, che ha premiato Emmanuel Macron e Marine Le Pen (si veda lo speciale elezioni).

E' stato scongiurato quindi il rischio ballottaggio tra due candidati antieuropeisti. Peraltro Macron sembra avere la strada spianata verso la vittoria. Gli altri candidati eliminati, infatti, sono dalla parte di Macron al secondo turno. Il rischio che possa avvenire una Frexit dopo la Brexit dunque è quasi scemato, e questo riduce anche il pericolo che qualche altro paese possa caldeggiare l'idea di divorzio dall'UE.

Fanno festa le Borse

E' chiaro allora perché si stia respirando un clima di euforia generale sui mercati finanziari. In Italia passa in secondo piano anche la bocciatura di Fitch, che venerdì scorso ha tagliato il rating del Paese. Prevalgono gli acquisti nella Borsa di Milano, al pari delle principali Borse Europee.

A Piazza Affari il FTSE MIB segna nelle prime ore del mattino un incremento del 3,29%. Avanza anche il FTSE Italia All-Share: +3,26%. Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, vanno segnalai i titoli del comparto bancario, con gli exploit di Unicredit (8,36%), Banco BPM (5,56%) e UBI Banca (+6,59%). Acquisti anche su Intesa Sanpaolo (5,73%). Tra gli indici di Eurolandia svetta Francoforte che segna un importante progresso del 2,40%, vola Londra, con una marcata risalita dell'1,78%. Brilla Parigi, con un forte incremento (+3,67%).

Bene anche l'euro nei mercati valutari. La moneta unica segna un guadagno dell'1,03% nei confronti del dollaro, dopo aver raggiunto nuovi massimi nel 2017. Male l'oro. Il bene rifugio per eccellenza infatti arretra a 1.271,7 dollari l'oncia.

sabato 22 aprile 2017

Finanza, ecco come è andata la settimana in Borsa e nel Forex

La settimana sui mercati finanziari si è conclusa senza sussulti, anche se di motivi ce ne sarebbero stati eccome. Il fatto è che nessuno s'è voluto sbilanciare visto il delicatissimo appuntamento con il voto francese di domenica. Ecco perché anche l'attacco terroristico che ha colpito nuovamente Parigi ha pesato poco sugli scambi di giornata.

Il fine settimana è stato anticipato dalla chiusura contrastata delle Borse europee: Milano proprio in chiusura aumenta i ribassi e perde lo 0,54%, poco meglio di Parigi che perde lo 0,37%. Londra stabile, solo Francoforte chiude in territorio positivo (+0,18%). Diverso discorso per i listini asiatici, che hanno chiuso in positivo: il Nikkei guadagna l'1,03% a 18.620,75 punti, mentre c'è stata la flessione dello yen sul valutario. Chiusura in calo per Wall Street: il Dow Jones ha perso lo 0,15%.

Valute e commodities

Proprio toccando il tema valutario, l'euro perde terreno sulla scia dei timori che gravano sulle elezioni francesi. La valuta unica scivola nuovamente sotto quota 1,07 sul dollaro, dopo il bell'exploit di giovedì (era avanzato ai massimi da tre settimane). Euro fiacco anche verso lo yen (-0,3% a 116,71).

Per quanto riguarda i dati macro, la chiusura di settimana racconta che in Germania l'indice pmi servizi è sceso al 54,7 ad aprile, mentre il manifatturiero subisce un decremento al 58,2. In Francia invece il Pmi manifatturiero è balzato a 55,1 punti dai 53,3 punti della passata rilevazione. In Italia fa sorridere l'industria, che nel mese di febbraio fa registrare fatturato e ordinativi in crescita. In Gran Bretagna invece, calano le vendite al dettaglio (-1,8% congiunturale a marzo).

Riguardo le commodities, cala ancora il prezzo del petrolio, che per la prima volta ad aprile è tornato sotto quota 50 dollari. Il Wti a New York infatti scivola a 49,70 dollari al barile, mentre la quotazione del Brent arriva a 52,02 dollari perdendo quasi il 2% rispetto alla chiusura di giovedì. Oro invariato a 1.284 dollari per oncia.

giovedì 20 aprile 2017

Fed, il beige book alimenta scetticismo sul prossimo rialzo dei tassi


Anche se la settimana in corso è improntata alla prudenza da parte degli operatori, che guardano soprattutto all'appuntamento elettorale con la Francia del prossimo weekend, ci sono comunque degli spunti macro interessanti. Dopo il dato sull'inflazione dell'euroZona (stabile all'1,5% e in linea con le previsioni), questa notte è stato reso noto il Beige Book da parte della Federal Reserve.

Si tratta del report complessivo che l'istituto centrale americano pubblica ogni 6 settimane, una sorta di bollettino sullo stato di salute dell'economia. Visti i dubbi sul timing del rialzo del costo del denaro che ha intenzione di portare avanti la Fed, il Beige Book era un elemento di interesse per gli investitori (si vedano qui le previsioni eur usd 2017).

Bene il lavoro, delude l'inflazione secondo la Fed

Ebbene, dal report emerge che l'economia statunitense continua a crescere. Tuttavia lo sta facendo a un "passo moderato". E' vero che i salari sono aumentati, ma non arrivano notizie troppo confortanti dall'inflazione.
L'occupazione è in crescita in tutto il Paese, soprattutto per via di un mercato del lavoro che si conferma forte. Proprio questo aspetto ha propiziato la crescita dei salari.
Il problema, come detto, rimane l'inflazione. Le pressioni rimangono modeste, con i prezzi di vendita che sono saliti solo "leggermente" rispetto alla precedente relazione.

Tutto questo lascia incerti i trader, e in bilico il futuro prossimo del cross euro-dollaro che è il top nel trading Forex e binario (in proposito si veda quanto si guadagna con le opzioni binarie).

Il Beige Book, che fa riferimento al periodo tra la fine di febbraio e marzo, sarà utilizzato nella prossima riunione della Fed in calendario il 2-3 maggio.
Da quel che emerge quindi, non sembra possa essere concreta l'ipotesi di un nuovo rialzo dei tassi già nel mese di giugno. Ricordiamo che l'ultimo ritocco all'insù di 25 punti base è stato deciso appena lo scorso mese. Molto di più però si capirà quando, ad inizio maggio, il governatore Janet Yellen spiegherà la politica monetaria che la Fed intende portare avanti.

martedì 18 aprile 2017

Consumi, da domani scatta l'obbligo di etichetta "made in Italy" per il latte

Dal 19 aprile scatta l'obbligo di nuove indicazioni per le etichette del latte e dei prodotti lattiero-caseari. Sarà infatti obbligatorio indicare l'origine, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011, firmato dai ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Sarà un passo rivoluzionario per i consumi, visto che difenderà gli allevatori veri da quelli "falsi". C'è da rimarcare che secondo un report di Coldiretti, ben 3 buste di latte a lunga conservazione su 4 contengono prodotto straniero.

L'etichetta che cambia i consumi

Questo obbligo che entra in vigore domani, è l'epilogo di un lungo iter che era cominciato un anno fa, precisamente il 31 maggio 2016 a Milano. Quel giorno si svolgeva la giornata nazionale del latte che venne organizzata dalla Coldiretti, e in quella circostanza il premier dell'epoca - Matteo Renzi - annunciò di aver proceduto alla trasmissione del decreto sull'etichettatura del latte alla Commissione Europea.

Finora era impossibile per i consumatori distinguere le confezioni di latte italiane da quelle con prodotto non italiano, mentre questo provvedimento dovrebbe cambiare radicalmente le cose e garantire se non altro dei consumi più informati. "Questo è un importante segnale di cambiamento a livello nazionale e comunitario - ha affermato il Presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo - perché risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani".

sabato 15 aprile 2017

Euro indebolito dalle elezioni in Francia. Sterlina al top da 6 settimane

L'euro viene fiaccato dalla situazione politica in evoluzione, e così la sterlina ne approfitta per piazzare un guizzo che la porta al livello massimo da 6 settimane. Nell'ultimo giorno di contrattazioni sui mercati valutari, il cross EUR/GBP è tornato a guadagnare ampio terreno, arrivando verso quota 0.849.

A zavorrare la moneta unica (e spegnere gli ardori di chi ritiene di avere migliori strategie opzioni binarie 60 secondi, trucchi) è la questione aperta delle elezioni francesi che ormai sono in dirittura d’arrivo, ma anche i dati macro provenienti dal Regno Unito, che hanno smorzato un po' di quei timori legati alla Brexit ormai iniziata.

Le evoluzioni dell'euro

Andiamo per ordine. Se fino a qualche tempo fa era Marine Le Pen a far tremare i mercati, oggi è invece Jean-Luc Melenchon, candidato di estrema sinistra. Secondo molti, un'avanzata di Melenchon al primo turno delle elezioni francesi andrà ad indebolire la moneta unica e di conseguenza il cambio EUR/GBP, dal momento che fino a poco tempo fa si pensava a una corsa a due Le Pen-Macron, e oggi invece la corsa è a 3 e quindi ancora più incerta.

Questo fa capire che di fronte agli eventi, anche i migliori segnali opzioni binarie gratis affidabili lasciano il tempo che trovano.

La sterlina intanto ha beneficiato di alcuni dati marco provenienti dal Regno Unito. Ci riferiamo all'inflazione che è cresciuta al 2,3%, mentre i prezzi di produzione hanno rivisto al rialzo tutte le attese degli analisti. Ci sono pure i dati sul mercato del lavoro (il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,7%, i salari medi sono cresciuti oltre le attese) che hanno contribuito alle perdite del cambio EUR/GBP.

La sterlina ha poi ricevuto un’ulteriore spinta da quello che sta accadendo in ambito internazionale, con Trump che ha detto di preferire bassi tassi di interesse e ha definito il dollaro americano troppo forte. Questo ha determinato il crollo del dollaro contro la sterlina. Il cross GBP/USD è tornato a guadagnare terreno.

giovedì 13 aprile 2017

Deficit e conti pubblici: le spine del Governo riguardo alla "manovrina"

Il DEF è stato approvato solo ieri dal Consiglio dei Ministri, ma già è oggetto di critiche e di discussioni e spunti di riflessione sul deficit. L'essenza del nuovo documento sta nel mancato aumento dell'Iva, nella correzione strutturale da sei decimali, nei fondi destinati al pubblico impiego e al mercato del lavoro (sotto forma di decontribuzione per neoassunti under 35) e nelle misure di rilancio della crescita e investimenti.

I conti e la partita sul deficit

La manovrina comporterà l'aggiustamento strutturale da 3,4 miliardi così come chiesto dalla commissione Ue, provocando un rapporto deficit-Pil al 2,1%. Questo rapporto dovrebbe scendere a quota 1,2%, secondo li accordi con Bruxelles.
Tradotto in soldoni: si parla di una correzione de circa 15 miliardi abbondanti, cui però vanno aggiunti altri costi (misure espansive, spese indifferibili, e altro) e pure i 19,5 miliardi di aumenti Iva da sterilizzare. Si arriverebbe così a una cifra choc.

Tuttavia, questa cifra viene corretta a sua volta da alcuni fattori, alcuni certi e altri probabili. In primo luogo la manovrina appena approvata sortirà i propri effetti anche il prossimo anno, per un paio di decimali di Pil.

In secondo luogo c'è il discorso riguardo al deficit. Roma e Bruxelles sono alle prese con un braccio di ferro riguardo il limite del fare deficit: oggi è all'1,2%, ma domani si spera che l'EuroZona accetti di salire a quota 1,8%. Dalla misura che si riuscirà a ottenere dipenderà l'entità effettiva della manovra. Per fare un esempio, se si ottenesse dalla Ue la possibilità di fare deficit l’anno prossimo per l’1,8% di Pil, significherebbe finanziare in deficit circa metà (9 mld) della nuova sospensione delle clausole Iva.

martedì 11 aprile 2017

FED, la Yellen predica ancora prudenza sui mercati

La tarda serata di lunedì porta sui mercati una nuova dichiarazione della numero uno della Federal Reserve, Janet Yellen. Era presente a un meeting presso l'Università del Michigan. Sono dichiarazioni ancora una volta improntate alla prudenza. Il capo della FED ribadisce infatti che i tassi di interesse negli Stati Uniti saliranno, ma questo sarà frutto di un processo graduale.

Secondo la Yellen, la stretta monetaria intrapresa dalla banca centrale statunitense è quanto mai appropriata, ma nessuno in seno alla FED vuole ritrovarsi nella posizione di dover alzare i tassi troppo rapidamente, perché questo potrebbe causare problemi all'economia. Inoltre, secondo il capo dell'istituto americano, la crescita del paese è in buona salute, e che anche quella mondiale comincia a farsi più robusta. Ma si tratta - sottolinea Yellen - di risultati positivi che hanno richiesto tempo. Ha inoltre sottolineato che la FED è sempre più vicina a raggiungere i suoi obiettivi.

La situazione del dollaro dopo la FED

Dopo le parole del capo della FED, il dollaro americano non ha modificato la sua rotta sui mercati valutari. Del resto anche ieri la coppia EUR/USD era stata stabile.
Il mercato è rimasto all’interno di una gamma di oscillazione molto ristretta, con movimenti estremamente ridotti su ambo i lati e i migliori segnali trading affidabili sono tutti silenziosi questa mattina.

Nel resto della giornata, non sono attese notizie importanti degli Stati Uniti né dall’eurozona pertanto prevediamo oscillazioni ridotte e una fase di consolidamento con orientamento ribassista.

Dal punto di vista tecnico, utilizzano la Bande di bollinger strategia non abbiamo avuto grandi input. Al momento il livello superiore degli 1,06 dollari continua a fungere da resistenza. Attualmente il mercato mostra una certa insistente pressione ribassista, ma il livello inferiore degli 1,05 dollari dovrebbe continuare a fungere da supporto e non prevediamo una rottura al di sotto di questa regione al primo tentativo. Dal punto di vista macro, infine, non sono attesi grandi appuntamenti in giornata.

domenica 9 aprile 2017

Crisi: ecco il modello matematico che stima l'entità delle perdite e il rischio "contagio"

E' frutto di menti italiane il modello matematico che è stato ideato per misurare quanto sia grave una crisi, e anche le misure migliori per poterla fronteggiare. A idearlo infatti assieme ad un team di ricercatori della Commissione Europea sono stati dei docenti dell'università di Cagliari (Riccardo De Lisa e Stefano Zedda). Si tratta di un modello economico che simula una crisi finanziaria, e stima anche la possibile entità delle perdite che provocherà. Nono solo, identifica anche i migliori rimedi legislativi da adottare per ripartire.

Cos'è il modello Symbol per misurare la crisi


Questo modello si chiama SYMBOL, che sta per "Systemic Model of Banking Originated Losses". Il modello di calcolo – fanno sapere dall’Ateneo sardo – ha avuto delle applicazioni molto interessanti nel settore del risparmio. Quest'ultimo viene infatti regolato da direttive europee che hanno un effetto concreto sull’economia dei Paesi e sulla capacità di spesa dei cittadini, ed è costantemente tenuto sotto monitoraggio da parte dagli analisti europei.

Il modello Symbol è stato già utilizzato dai ricercatori della Commissione Europea, al fine di valutare gli effetti della Direttiva europea sulla tutela dei depositi bancari, la così detta "European Deposit Insurance Scheme (EDIS)", che è stata approvata un anno e mezzo fa.

Il concetto di fondo del modello è valutare la tenuta del sistema tramite la misurazione degli effetti di una possibile crisi. Stima cioè la probabilità e l’entità delle perdite economiche del settore finanziario a seguito di una crisi finanziaria. Prevede quindi le dimensioni delle perdite e l'impatto degli eventuali default nel settore bancario, nonché il pericolo del "contagio" tra istituti di credito. Finora il modello SYMBOL è stato utilizzato una decina di volte per elaborare una Direttiva europea sui servizi bancari e finanziari. Un motivo di vanto e orgoglio per l'Italia e i due docenti sardi.

venerdì 7 aprile 2017

Brexit, quali effetti sta avendo sul rapporto tra sterlina e dollaro?

La questione Brexit sta per entrare nel vivo, con la UE che ha posto i paletti per andare ai negoziati di uscita con la Gran Bretagna. Tra le priorità figura la parità di diritti dei cittadini, ma la questione che agita di più i mercati riguarda i trattati commerciali e gli impegni finanziari, con la UE intenzionata a ribadire la volontà di andare ad accordi specifici in ogni settore.

La questione Brexit sta chiaramente influenzando i mercati e gli investitori. Tra le valute principali, la sterlina nell’ultimo mese ha avuto il rendimento migliore dopo lo yen giapponese, recuperando sul dollaro il 2,05 % (dati della piattaforma openbook etoro webtrader). Tuttavia il nodo Brexit continua a essere il driver principale per capire cosa succederà alla sterlina nel prossimo futuro.
Gli effetti dell’uscita dall’Unione Europea sull’economia britannica potrebbero essere peggiori del previsto oppure molto meno pesanti, e questo ovviamente cambierebbe gli scenari.

La Brexit e la sterlina

Dal punto di vista valutario, il cambio sterlina dollaro si trova adesso in una fase di congestione, anche perché sul dollaro si sono addensati un bel po' di dubbi. Per questo motivo i migliori segnali forex gratis in tempo reale stanno ignorando questo rapporto di cambio. I recenti verbali del Fomc e lo scetticismo su Trump hanno messo un freno agli entusiasmi dei trader. Appena ieri Paul Ryan, speaker della Camera, a Washington ha dichiarato che la riforma fiscale di Trump potrebbe impiegare più tempo del previsto per vedere la luce.

E allora cosa succederà al secondo cambio più scambiato nel Forex? Se vediamo la situazione dell'ultimo periodo, il cross GBP/USD è salto rapidamente da quota 1,21 a 1.26 nell'ultima decina di giorni di marzo. Dopo il movimento rialzista però, il cambio si è stabilizzato in attesa di nuovi eventi in grado di orientarlo. Potrebbe accadere con il dato sui Non-farm-payrsoll in uscita oggi negli USA. Se il mercato del lavoro dovesse dare indicazioni molto buone o molto negative, allora potremmo assistere a un movimento deciso del cross Gbp-Usd.

mercoledì 5 aprile 2017

Jp Morgan avverte: la Brexit potrebbe sfaldare l'EuroZona

Ci sono due pericoli all'orizzonte secondo il numero uno del colosso JP Morgan, ovvero Jamie Dimon. Il primo è la Brexit, il secondo è la situazione che stanno vivendo gli USA. Il suo punto di vista viene spiegato in un report di 45 pagine, fitte di valutazioni sulla situazione attuale dell'economia globale.

Brexit e USA secondo la visione di Jp Morgan

Riguardo alla Brexit, l'idea è che nei prossimi due ani non accadrà nulla di rilevante. Tanto che JP Morgan non dovrebbe esserci necessità di drastici trasferimenti di personale dalla City in qualche altra capitale europea.

Quel che accadrà dopo invece è un'incognita. Dopo che saranno stati completati i negoziati su Brexit, l'Unione Europea potrebbe richiedere che i servizi finanziari non passino più per Londra. E infatti JP Morgan si sta attrezzando per acquistare un palazzo a Dublino in Irlanda.

Ma potrebbero essere molto più gravi le conseguenze di Brexit per l'UE. L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, infatti potrebbe scatenare tensioni forti in seno all'EuroZona, col rischio di rottura politica ed economica.

Riguardo agli USA invece, l'opinione è che ci sia qualcosa che non va nel processo di crescita, cosa che si palesa nella bassa partecipazione alla forza lavoro. Comunque il chief executive di JP Morgan crede che l'economia americana dovrebbe trarre vantaggio dalle politiche della nuova amministrazione di Donald Trump (occhio però a prendere con le pinze questa analisi, visto che Dimon fa parte del business forum creato da Trump per stimolare la crescita e il lavoro).

Un passaggio importante riguarda le tasse. Dimon sottolinea che gran parte dei paesi sviluppati ha ridotto le tasse aziendali nel corso del decennio appena passato, ma non gli USA. Se Trump porterà a compimento la riforma fiscale, sarà un beneficio per l'economia americana.

lunedì 3 aprile 2017

Economia Giapponese, l'indice Tankan migliora ma la BoJ non cambierà la propria politica

La settimana dei mercati finanziari si apre con alcuni dati interessanti che sono giunti riguardo l'economia Giapponese. L'indice Tankan nel quarto trimestre è cresciuto a un tasso destagionalizzato di 12. Meglio dei 10 registrati nel precedente quarto, ma peggio rispetto alle previsioni che parlavano di un valore pari a 14. Ricordiamo che l'indice Tankan - calcolato dalla Banca del Giappone - misura l'attività manifatturiera del Paese con un'analisi condotta su circa 4500 imprese. Quando è superiore allo zero, vuol dire che il clima che si respira nelle imprese è ottimista.

La situazione dell'economia giapponese

La crescita di questo indicatore si lega al fatto che uno yen più debole migliorerà le esportazioni del Giappone nel prossimo trimestre. Attualmente la valuta giapponese è scambiata a 111,31 contro il dollaro, e come si vede dal grafico nell'ultimo periodo è rimasto stabile dopo che si era apprezzato molto a inizio 2017 (nel grafico abbiamo utilizzato anche il demarker indicator).

Dal punto di vista tecnico lo scenario del cross Usd-Jpy ratifica la tendenza ribassista, anche se nel grafico a breve si evidenzia un allentamento della fase ribassista. La prima area di resistenza è vista a 111,947, mentre il supporto è a quota 110,722 (vedi qui come si calcolano supporti e resistenze).

Ad ogni modo il dato probabilmente non influenza molto la politica verso la quale si sta indirizzando la Bank of Japan. L'istituto nipponico è infatti alle prese con il grosso problema dell'inflazione, che secondo le ultime rilevazioni è appena allo 0,3%, ovvero molto lontano da quel 2% che è l'obiettivo perseguito dalla BoJ. Ricordiamo che il governatore Kuroda di recente ha sottolineato come non ci sia fretta di alterare lo status quo della politica della Bank of Japan. Attualmente il costo del denaro è -0,10%, e la prossima riunione della BoJ è in programma a fine aprile.

sabato 1 aprile 2017

Equitalia apre anche di pomeriggio per consentire la rottamazione delle cartelle

Gli sportelli di Equitalia rimarranno eccezionalmente aperti anche di pomeriggio nelle prossime tre settimane. Fino al prossimo 21 aprile infatti per andare incontro alle esigenze dei contribuenti che sono interessati alla cosiddetta rottamazione delle cartelle, gli orari di lavoro dell'agenzia verranno allungati anche nel pomeriggio.

Già un primo provvedimento era stato adottato per allungare il termine per aderire alla definizione, visto che con decreto il Governo aveva prorogato la scadenza originaria del 31 marzo fino al prossimo 21 aprile. Adesso, dopo aver raggiunto una intesa con le parti sociali, l'Amministratore delegato Ernesto Maria Ruffini ha disposto l'allungamento dell'orario pomeridiano al pubblico, che sarà fino alle 15,15.

Le sedi con apertura pomeridiana di Equitalia

Le sedi interessate dal provvedimento sono 15, ovvero quelle dove si registra di solito la più alta affluenza di contribuenti. Va detto che ci sono già diversi sportelli aperti anche al pomeriggio (3 a Roma e uno a Napoli, 2 a Milano e uno a Torino), sono 15 gli altri sportelli coinvolti. Si tratta di Padova, Bologna, Firenze e, con operazioni di cassa fino alle 13.15, Bari (via Marin), Perugia, Napoli (viale Kennedy e via San Gennaro al Vomero), Caserta, Salerno, Cagliari (via Giorgio Asproni), Sassari, Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria.

Intanto proprio da Equitalia arriva un avviso ai contribuenti: attenzione alle false e-mail con presunti avvisi di pagamento firmati proprio da Equitalia. In realtà si tratta di truffe finalizzate ad entrare illecitamente in possesso di informazioni riservate del contribuente. L'agenzia raccomanda di non tener conto della e-mail ricevuta e di eliminarla senza scaricare alcun allegato.