sabato 27 maggio 2017

Economia dei trasporti, UBER riabilitato dai giudici: "Può lavorare in Italia"

Arriva una nuova svolta per l'economia dei trasporti italiana: Uber può lavorare nel nostro paese, secondo i giudici. Nel giro di due mesi gli sono prima state messe le ganasce, poi gliele hanno tolte. Ad inizio aprile proprio un Tribunale (Roma) aveva dichiarato fuorilegge il servizio di noleggio con conducente, ma ieri la stessa Sezione imprese del Tribunale di Roma, lo ha riabilitato esprimendosi in modo diametralmente opposto sul tema.

Uber cambia ancora il quadro dell'economia dei trasporti

Per capire il motivo di questa giravolta giudiziaria va ricordato che 9 anni fa vennero posti dei vincoli antiabusivismo a protezione dei taxi: obbligo di rientro in rimessa tra una corsa e l'altra e divieto di stazionamento su strada, in attesa di nuovi clienti.

La prima sentenza puniva UBER perché tramite l'utilizzo della App per svolgere il servizio, aggirava questi vincoli e quindi di fatto dava luogo ad una concorrenza sleale a danno dei taxi, che invece devono rispettarli. Quello che è cambiato in questi due mesi è che le modifiche dall'ultimo decreto milleproroghe hanno sospeso quei vincoli, che quindi al momento non ci sono più. Ragion per cui è venuto a mancare il presupposto per dire che UBER fa ancora concorrenza sleale.

Al di là di tutto, quello che appare chiaro è che il quadro normativo è così frastagliato da rendere la situazione molto caotica. Servirebbe una riforma totale, della quale però al momento non si vede neppure l'ombra. Se n'era tornato a parlare dopo le violenze dei tassisti contro l'emendamento Lanzillotta (proprio quello che ha sospeso i vincoli di cui dicevamo sopra), ma la bozza di riforma non ha mai fatto passi avanti.
Quel che è certo è che Uber al momento si è limitata a dichiarare la propria “felicità di poter annunciare alle persone e ai mille autisti partner” la felice conclusione di questa causa.

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