lunedì 3 luglio 2017

Strette monetarie più vicine, i mercati cominciano a tenerne conto

L'ombra delle banche centrali aleggia sui mercati. Sono le prossime mosse dei massimi istituti bancari a orientare o frenare le azioni degli investitori. I mercati azionari stanno attraversando una fase d'incertezza, che è dovuta proprio alla prospettiva più o meno certa che si sta avvicinando una serie di strette monetarie.

BoE e BCE verso due strette monetarie

La prima a muoversi in questo senso è stata la Fed, che ha avviato il percorso della normalizzazione sul finire del 2016. Adesso tocca soprattutto a Gran Bretagna ed Eurozona. Sembra invece difficile assistere presto ad una svolta restrittiva in Giappone.
La più vicina è la Bank of England. Forse già sarebbe cominciato se non ci fosse stata la Brexit in mezzo, con tutto il carico di incognite che si porta dietro. Ma il fatto che nell'ultimo meeting di politica monetaria 3 su 8 abbiano votato per cambiare rotta è un grosso segnale. E la crescita della sterlina - molto sensibile alla politica monetaria della BoE - lo testimonia (se volete fare trading su valute leggete prima le migliori broker Forex recensioni).

Poi c'è la Banca Centrale Europea. Ultimamente hanno fatto rumore alcune parole di Mario Draghi sulle tendenze alla reflazione e la forza della ripresa europea. I mercati hanno interpretato questo slancio ottimistico come una stretta sempre più vicina. Ed anche se la Bce ha chiarito che non si trattava di alcun segnale particolare, nel corso dei giorni successivi l'euro ha messo il turbo sui mercati valutari. La valuta unica si è portata ai massimi da un anno sopra 1,14 dollari, con l'oscillatore stocastico trading schizzato in area di ipercomprato.

Dati macro in uscita

In questa settimana ci sono diversi spunti macro interessanti. L'attenzione si concentra sul Pmi manifatturiero e sulla disoccupazione nell'Eurozona. Ma sarà molto importante conoscere il contenuto dei verbali della riunione della Bce dell'8 giugno a Tallinn. Riunione in cui il direttivo dell'istituto centrale ha lasciato invariati i tassi d'interesse e ha confermato durata ed entità del Quantitative Easing.

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