lunedì 18 settembre 2017

Mercati impassibili di fronte al nuovo test coreano

Malgrado l'ennesima provocazione nucelare della Corea, i mercati sono rimasti sostanzialmente impassibili sul finire della settimana scorsa. La notizia di un nuovo lancio di un missile di Pyongyang sul Giappone ha scosso soltanto i mercati asiatici nella notte di venerdì, tanto da spingerli verso un calo. Ma poco dopo gli investitori si sono tranquillizzati e le quotazioni hanno ripreso la marcia. Addirittura il Nikkei di Tokyo ha sovraperformato, mentre i mercati sudcoreani sono rimasti impassibili. L'unica eccezione è rappresentata dai mercati australiani, sui quali però la pressione è giunta da altri fronti.

La reazione dei mercati

Come mai i mercati non hanno reagito al lancio del missile nordcoreano nello spazio aereo giapponese? Sono altri i fronti caldi. Ad esempio la forza della sterlina sull’USD, dopo l'intervento della Bank of England che è parsa molto più hawkosh che in passato. La prospettiva che la banca sarà costretta ad alzare i tassi ha acceso gli speculatori. Il rialzo della sterlina (si può vedere su un qualsiasi miglior conto trading online forex) ha raggiunto i livelli che non si vedevano dal voto di Brexit del giugno 2016, e questo ha spinto il FTSE ai minimi di aprile.

Inoltre i mercati europei hanno risentito anche della forza dell’euro, che sta minacciando il programma di normalizzazione che la BCE avrebbe voluto portare avanti nei prossimi mesi. Anche in questo caso ci si può aiutare con un qualsiasi miglior sito per opzioni binarie per vedere l'andamento della quotazione della moneta unica contro dollaro e yen.

Anche negli Usa è stato sostanzialmente ignorato il test missilistico nordcoreano. I tre principali indici Usa sono volati a nuovi massimi record, trainati dai settori tecnologici e delle telecomunicazioni, anche se guadagni sono stati evidenziati nella maggior parte dei settori dello S&P. Tutto questo peraltro, malgrado i dati economici siano stati deludenti (vendite al dettaglio in calate inaspettatamente per la seconda volta negli ultimi tre mesi, produzione industriale in discesa, fiducia dei consumatori calata leggermente ad agosto).

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