martedì 7 novembre 2017

Banche e BCE, cresce il livello di tensione sui NFP

Un braccio di ferro è in corso tra la BCE e le banche europee. E Mario Draghi, nel suo discorso di apertura del Secondo Forum sulla vigilanza bancaria, parte all'attacco. Il presidente della EuroTower ha ancora una volta messo il dito nella piaga, ribadendo che "Il problema degli Npl non è ancora risolto". Il numero uno dell'istituto di Francoforte ammette che i livelli dei crediti deteriorati è decisamente sceso, passando da circa il 7,5% d’inizio 2015 al 5,5% di oggi. Tuttavia rimarca che molte mancano non hanno ancora la capacità di assorbire grandi perdite poiché il rapporto fra sofferenze, capitale e accantonamenti resta elevato.

La frizione tra banche e BCE

Il numero uno della EuroTower poi aggiunge: "Affrontare gli Npl è una precondizione per gli altri pilastri dell’Unione bancaria", e ancora: "non c’è spazio per autocompiacersi". Draghi auspica uno sforzo comune fra Vigilanza bancario, le autorità di regolamentazione e le autorità nazionali.

Il terreno dello scontro tra l'istituto centrale europeo e le banche dei paesi membri riguarda le nuove indicazioni Bce sulle sofferenze. Esse prevedono che dal primo gennaio 2018 le banche debbano coprire nel giro di due anni le sofferenze non garantite e nel giro di sette anni quelle garantite in parte.  La FBE (Federazione bancaria europea) però ha alzato il muro, chiedendo alla Eurotower di riconsiderare il metodo delle nuove indicazioni del supervisore sulla copertura dei non performing loans dal primo gennaio 2018. Il motivo della richiesta è che questo nuovo metodo delle coperture potrebbe alterare alcune metriche degli standard regolamentari internazionali e della regolamentazione Ue.

Secondo la Fbe i requisiti più stringenti andrebbero a danneggiare le banche europee con esposizioni al di fuori dell'Eurozona, dal momento che le esporrebbero ad una condizione di svantaggio competitivo rispetto alle banche locali (che ovviamente non sono soggette agli stessi stringenti vincoli che vorrebbe la BCE).

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