giovedì 15 febbraio 2018

Cambi col dollaro di nuovo in altalena dopo l'inflazione USA

Il dato sull'inflazione americana (2,1% ovvero meglio rispetto all'1,9% previsto) ha dato uno scossone ai mercati, spingendo inizialmente i cambi col dollaro nel forex. Ma non ha depresso affatto le Borse, che anzi sono andate in territorio positivo. Semmai è stata proprio la marcia del biglietto verde ad essere di breve durata, visto che successivamente il greenback ha perso i suoi guadagni. La major Euro-dollaro è tornata verso quota 1,24, mentre il cambio della sterlina rispetto al dollaro si è mosso oltre 1,39. Rimangono quindi molte incertezze sul futuro del USD.

Esaminando l'indicatore ROC rate of change trading non abbiamo avuto grosse indicazioni, per cui l'incertezza che si vive in questo momento è notevole. Forse è il caso affrontare questa fase particolare del mercato con una certa prudenza. Meglio muoversi con molta cautela negoziando i cambi col dollaro.

L'inflazione e i cambi col dollaro

L'IPC statunitense dimostra un'enorme trappola per i tassi di cambio dell'USD. Infatti la reazione dei mercati è stata istantanea, visto che l'inflazione alta si ritiene che possa innescare un rialzo dei tassi della Fed il prossimo mese. Questo proprio mentre alcuni stavano mettendo in dubbio la decisione della Fed di ritoccare il costo del denaro per via di un mercato azionario più volatile. Tuttavia, dopo l'iniziale sussulto ci si è resi conto che l'indicatore al quale guarda la FED non è il dato puro CPI bensì il dato core, che è ancora lontano dal target 2%.

Va inoltre considerato che l'inflazione si è semplicemente mantenuta stabile, in realtà non è aumentata. C'è comunque ancora indecisione su quale sarà l'impatto a lungo termine del CPI forte. A breve termine potrebbe essere negativo per le attività rischiose e rialzista per il dollaro nei confronti di valute sensibili al rischio come AUD e GBP. Proveremo ad adottare l'indicatore Aroon settaggio e strategie su queste coppie per verificare se ci sono segnali di investimento interessanti. La posizione del trader istituzionale però è mitigata dal fatto che l'economia americana potrebbe patire il deficit crescente, cosa non buona per il dollaro.

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