La settimana scorsa è stata un vero e proprio disastro per il mercato petrolifero. L'impatto economico globale che potrebbe avere la battaglia commerciale innescata da Donald Trump ha infatti provocato un crollo dei prezzi del petrolio, che sono scivolati di oltre il 10%. Addirittura in una singola giornata la marcia indietro del prezzo è arrivata ad essere del 7%, evento rarissimo.
Il precedente negativo di Trump con i prezzi del petrolio
Ma quello al quale stiamo assistendo non è un caso isolato, perché ci sono altri esempi in cui la deviazione standard di volatilità del petrolio è stata enorme. Basta andare indietro di pochi anni per ritrovare una situazione simile. Per la precisione ad agosto 2019. Ed anche allora, come oggi, tutto nacque dalla minaccia tariffaria di Donald Trump, che all'epoca era all'inizio del suo primo mandato presidenziale. Il tycoon scrisse annunciò dazi del 10% su 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Fece così sprofondare i mercati dal panico, facendo temere un rallentamento della domanda globale di greggio. I prezzi del petrolio crollarono del 7%, con il WTI che arrivò al 7,9% di perdite in un solo giorno.
Record nel periodo del Covid
Il capitombolo più forte dei prezzi del petrolio è stato registrato però durante la pandemia da Covid. All'inizio di marzo 2020, il fallimento dei colloqui tra i paesi produttori che fanno parte dell'Opec+ provocò un crollo verticale delle quotazioni. I prezzi del petrolio scivolarono quasi del 25% in un giorno, segnando il secondo maggior calo storico.
Il primo sarebbe avvenuto appena un mese dopo, più o meno sempre per le stesse ragioni, e fu ancor più eclatante perché spinse i prezzi di Brent e WTI addirittura in territorio negativo, con un calo del 300 per cento in poche ore (si veda l'andamento storico su Pocket Option nuovo link).
I recenti capitomboli
La storia recente dei prezzi del petrolio è comunque caratterizzata da altri scivoloni scioccanti. Nel novembre 2021 la notizia di una nuova variante Omicron del covid provocò un calo superiore al 10% dei prezzi del petrolio, perché si temette di sprofondare nella crisi sanitaria.
I giorni nostri
Da quel giorno di tre anni e mezzo fa, il petrolio ha vissuto fasi altalenanti, durante le quali però non c'era mai stata una settimana così negativa come quella appena trascorsa.
I dazi di Trump hanno innescato la paura di una recessione globale, che ovviamente porterebbe a un crollo della domanda di barili di greggio. Ma a peggiorare la situazione è stato il contemporaneo aumento della produzione programmata dall'Opec+. Due schiaffoni che sono giunti pressoché contemporaneamente, e che il mercato non ha saputo assorbire.